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Lettura del fuoco

La piromanzia (dal greco Piros, fuoco) o chiamata in modo semplice lettura del fuoco è una divinazione antica e molto particolare. Innanzitutto, c’è da dire che il fuoco sia nell’era antica che moderna è sempre stato un elemento importante ed è sempre stato considerato il simbolo più sacro e più magico esistente. Il fuoco si collega sempre al divino: noi lo accendiamo e la luce di esso si collega con la divinità superiore, in grado di sciogliere un dubbio che ci assilla. Ciò detto, l’origine di questa antica divinazione risale addirittura all’epoca degli uomini primitivi: loro vedevano e attribuivano nel fuoco, come detto sopra, una sorta di divinità superiore in grado di dare risposte a varie incertezze della vita. Come interpretavano il fuoco e come avveniva in pratica la divinazione? Solitamente accendevano il fuoco, si concentravano sulla domanda ed a seconda di come si muovevano le fiamme riuscivano ad avere la risposta positiva o negativa. Se la fiamma formava una punta verso l’alto, il responso era positivo, se si divideva in due, il responso era purtroppo negativo, se si divideva in tre parti, il responso era super favorevole. Se la fiamma crepitava o scoppiettava era indice di sciagure, disgrazie e grandi difficoltà. Alcune volte una volta appiccato il fuoco venivano gettate varie materie, urine, feticci etc., per poter avere un vaticinio valido e veritiero. In oriente questa pratica veniva usata molto frequentemente per capire addirittura le sorti che poteva avere un malato grave o l’evoluzione della malattia di un soggetto. Come avveniva in pratica? Si poneva di fronte al fuoco la persona malata, se l’ombra formata dal corpo del malato era dritta ed opposta al fuoco stesso, ciò indicava che il malato aveva possibilità di guarire, se viceversa  l’ombra si mostrava da un lato, il responso era negativo ed era indice di pericolo di vita o di non guarigione del soggetto. Fondamentali quindi nella piromanzia sono: colore, strepito, lentezza, vivacità del fuoco e direzione, elementi essenziali per la profezia. Ai tempi di oggi, il fuoco più che a livello divinatorio è usato più come elemento magico: il fuoco che toglie le negatività, il fuoco che purifica o il fuoco che distrugge ciò che non vogliamo avere. In Brasile, antichi santoni e conoscitori della magia eseguono addirittura delle danze intorno al fuoco per propiziare la buona sorte o per allontanare demoni ed entità oscure. Personalmente è una pratica che uso molto raramente ma è comunque efficace. Onestamente eseguire un’operazione in luogo chiuso, come ad esempio il mio studio o una abitazion,e non ha la stessa valenza che eseguirla all’aria aperta. Perché ? Perché aldilà di tutto, eseguendo la piromanzia all’aperto si riesce meglio a collegarsi con il divino ed il responso è assolutamente più attendibile, facendola al chiuso può verificarsi un responso falsato e non affidabile.La piromanzia (dal greco Piros, fuoco) o chiamata in modo semplice lettura del fuoco è una divinazione antica e molto particolare. Innanzitutto, c’è da dire che il fuoco sia nell’era antica che moderna è sempre stato un elemento importante ed è sempre stato considerato il simbolo più sacro e più magico esistente. Il fuoco si collega sempre al divino: noi lo accendiamo e la luce di esso sicollega con la divinità superiore, in grado di sciogliere un dubbio che ci assilla. Ciò detto, l’origine di questa antica divinazione risale addirittura all’epoca degli uomini primitivi: loro vedevano e attribuivano nel fuoco, come detto sopra, una sorta di divinità superiore in grado di dare risposte a varie incertezze della vita. Come interpretavano il fuoco e come avveniva in pratica la divinazione? Solitamente accendevano il fuoco, si concentravano sulla domanda ed a seconda di come si muovevano le fiamme riuscivano ad avere la risposta positiva o negativa. Se la fiamma formava una punta verso l’alto, il responso era positivo, se si divideva in due, il responso era purtroppo negativo, se si divideva in tre parti, il responso era super favorevole. Se la fiamma crepitava o scoppiettava era indice di sciagure, disgrazie e grandi difficoltà. Alcune volte una volta appiccato il fuoco venivano gettate varie materie, urine, feticci etc., per poter avere un vaticinio valido e veritiero. In oriente questa pratica veniva usata molto frequentemente per capire addirittura le sorti che poteva avere un malato grave o l’evoluzione della malattia di un soggetto. Come avveniva in pratica? Si poneva di fronte al fuoco la persona malata, se l’ombra formata dal corpo del malato era dritta ed opposta al fuoco stesso, ciò indicava che il malato aveva possibilità di guarire, se viceversa  l’ombra si mostrava da un lato, il responso era negativo ed era indice di pericolo di vita o di non guarigione del soggetto. Fondamentali quindi nella piromanzia sono: colore, strepito, lentezza, vivacità del fuoco e direzione, elementi essenziali per la profezia. Ai tempi di oggi, il fuoco più che a livello divinatorio è usato più come elemento magico: il fuoco che toglie le negatività, il fuoco che purifica o il fuoco che distrugge ciò che non vogliamo avere. In Brasile, antichi santoni e conoscitori della magia eseguono addirittura delle danze intorno al fuoco per propiziare la buona sorte o per allontanare demoni ed entità oscure.

Personalmente è una pratica che uso molto raramente ma è comunque efficace.

Onestamente eseguire un’operazione in luogo chiuso, come ad esempio il mio studio o una abitazione, non ha la stessa valenza che eseguirla all’aria aperta. Perché ? Perché aldilà di tutto, eseguendo la piromanzia all’aperto si riesce meglio a collegarsi con il divino ed il responso è assolutamente più attendibile, facendola al chiuso può verificarsi un responso falsato e non affidabile.

Giovanni

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